Domenica delle Palme: Omelia e registrazione della celebrazione

Quanti, in questi giorni, non abbiamo pensato che quella di quest’anno non sarebbe stata una domenica della palme come le altre, come ne abbiamo vissute tante negli anni scorsi… Forse ci siamo chiesti: “Come faremo, quest’anno, senza la nostra palma benedetta? Non sarà la domenica delle palme di sempre!”. Ed è davvero così: questa non è una domenica delle palme come le altre!

Mi prendo i minuti che avrei dedicato a percorrere piazza santa Lucia, stracolma di gente, per benedire i rami di ulivi e di palme, per offrire uno spunto di riflessione che possa accompagnarci in questa giornata.

Non tutti i mali vengono per nuocere, si dice. Allora questa forse è l’occasione che ci viene offerta per riscoprire, per ritornare al significato vero della tradizionale benedizione delle palme e ramoscelli di ulivo: a quello che ci indica la liturgia della Chiesa.

Il simbolo che caratterizza la giornata odierna è proprio quello della palma e dell’ulivo.

Abbiamo ascoltato il brano evangelico che ci ha ricordato l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, acclamato da una folla festante, che agitava palme e rami di ulivo.

Il simbolo dell’ulivo ci riporta indietro alla pagina della Bibbia dove si racconta che, cessato il diluvio universale, una colomba, che portava nel becco un ramoscello di ulivo, annuncia ai superstiti di quella catastrofe la fine del pericolo, annuncia la nuova vita offerta da Dio. Segna l’inizio di un nuovo mondo: un mondo riconciliato con il suo Creatore.

Questo simbolo ci riporta anche alla pagina del vangelo dove si racconta che gli ulivi sono stati testimoni dell’INGRESSO di Gesù nei giorni della sua passione: l’orto degli ulivi nel Getsemani ha ascoltato la preghiera straziante di Gesù, che è APPASSIONATO per l’umanità (il termine passione, lo sappiamo, indica non solo una grande sofferenza fisica e spirituale, ma anche il sentimento di un amore smisurato). La palma poi è il simbolo che nella raffigurazione di immagini e statue dei santi viene accostato ai martiri cristiani, a coloro che hanno testimoniato la loro fede in modo eroico, offrendo la vita.

La domenica della palme si benedicono le palme e gli ulivi perché li portiamo nella processione verso la chiesa, come segno del nostro desiderio di ENTRARE con Gesù nella sua passione. Portare a casa questo segno benedetto ci dovrebbe richiamare alla scelta che abbiamo dichiarato, quella cioè di voler seguire Gesù, nostro maestro e modello, in ogni circostanza della vita: la scelta di seguirlo con “passione”. La palma benedetta non è allora un portafortuna, ma un dichiarare pubblicamente da che parte vogliamo stare.

Mercoledì 26 febbraio abbiamo iniziato la Quaresima col rito dell’imposizione delle ceneri. Quelle ceneri ricavate proprio dalle palme benedette la scorsa domenica delle palme. Il forte legame tra le due celebrazioni liturgiche ci ricorda che se il mercoledì delle ceneri ci fa entrare nel tempo quaresimale che ha un forte richiamo alla conversione, la domenica delle palme ci fa entrare nella settimana più santa tra tutte, perché ci fa rivivere i misteri centrali della nostra fede cristiana: quelli che ci parlano di un Dio appassionato per la nostra salvezza, tanto da donare la sua vita per noi!

E se la palma o il ramoscello di ulivo che quest’anno metteremo nelle nostre case non avrà la benedizione consueta, sarà sicuramente un segno molto speciale e prezioso: ci ricorderà che il Signore benedice NOI, affinché possiamo vivere con maggiore consapevolezza la nostra fede in questo OGGI della storia, lasciandoci “appassionare” per il bene di tanti nostri fratelli, che in questi giorni vivono davvero una esperienza di PASSIONE, fisica, economica, sociale e spirituale.