LETTERA APERTA AI PARROCCHIANI DI S. PIETRO AD ASSEMINI

Mentre scrivo non so se arriverà mai l’invito o disposizione a livello diocesano a chiudere anche le chiese! Chi l’avrebbe mai pensato che saremmo arrivati a tanto! Considerata la situazione gravissima sul piano sanitario, ci si chiede, ad ogni cittadino italiano, un supplemento di responsabilità. Di questa responsabilità, ha scritto la CEI nel comunicato del 12 marzo, “può essere espressione anche la decisione di chiudere le chiese. Questo non perché lo Stato ce lo imponga, ma per un senso di appartenenza alla famiglia umana, esposta a un virus di cui ancora non conosciamo la natura né la propagazione”.

Responsabilità che significa anche espressione di affettuosissima gratitudine a chi, in questa situazione sanitaria inedita è esposto in prima linea per le opere di assistenza a chi versa in condizioni critiche, o a chi assicura che non sia bloccato l’approvvigionamento dei beni di prima necessità: in primo luogo il personale medico e quanti operano accanto a loro, i volontari… (l’elenco sarebbe lungo e sempre inadeguato). Anche per esprimere apprezzamento e rispetto per il loro servizio h 24 risuona l’imperativo “res (ti amo) a casa”, evitando spostamenti non strettamente necessari e in condizioni di sicurezza.

I cristiani non si differenziano dagli altri uomini – osserva la lettera A Diogneto -: vivono nella carne, ma non secondo la carne. Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo”. Ed è con questo sguardo di fiducia, speranza e carità che intendiamo affrontare questa stagione. Ne è parte anche la condivisione delle limitazioni a cui ogni cittadino è sottoposto. A ciascuno, in particolare, viene chiesto di avere la massima attenzione, perché un’eventuale sua imprudenza nell’osservare le misure sanitarie potrebbe danneggiare altre persone.

E’ dunque il tempo della vicinanza in lontananza, della “Chiesa domestica” più che di quella del “luogo fisico” dell’Assemblea dei credenti. “Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore, per correre più veloce domani. Tutti insieme ce la faremo” (Giuseppe Conte). Non tralasciamo l’invito rivoltoci da Papa Francesco: Soprattutto io vorrei chiedervi di pregare per le autorità: loro devono decidere e tante volte decidere su misure che non piacciono al popolo. Ma è per il nostro bene. E tante volte, l’autorità si sente sola, non capita. Preghiamo per i nostri governanti che devono prendere la decisione su queste misure: che si sentano accompagnati dalla preghiera del popolo”.

            La Chiesa c’è, è presente. A partire dai suoi Pastori – Vescovi e sacerdoti – condivide le preoccupazioni e le sofferenze di tutta la popolazione. Da monasteri e comunità religiose sappiamo di poter contare su un’orazione continua per il Paese. Anche la Famiglia c’è, è la “Chiesa nelle case”!

Quindi, a prescindere dalla eventuale decisione (se dovesse arrivare) di chiudere le chiese anche in diocesi, e in considerazione dei tempi inediti che siamo chiamati a vivere (più che borbottare o ribellarci!), vi propongo di “ritrovarci insieme”, ognuno a casa sua, a condividere alcuni momenti di preghiera, in comunione con tutti i nostri parrocchiani che lo desiderano, per tutto il tempo che non potremmo farlo nella “casa del Signore”.

Potremmo “incontrarci” nei seguenti orari (anche uno solo ogni giorno):

9.00: Preghiera di Lodi mattutine

12.00: Celebrazione della S. Messa e preghiera dell’Angelus (la messa che celebro quotidianamente sarà, come richiesto, in “forma privata”, ma portandovi tutti all’altare del Sacrificio eucaristico)

15.00: Coroncina alla Divina Misericordia

18.00: Preghiera dei Vespri o Via crucis (il venerdì)

21.00: Recita del S. Rosario (particolarmente giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa. TV2000 offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta)

            E’ solo il mio personale modo per esprimervi il desiderio di “stare vicino”. Altre modalità, forse anche più tecnologiche o più efficaci, sono note a tutti (messe alla TV, messe o momenti di preghiera o di catechesi in streaming): ognuno scelga quella che più gli sembra migliore. Ogni modalità, qualunque sia quella scelta, ci aiuti a sentirci solidali e a presentarci a Dio, anche per intercedere per l’Italia e il mondo intero.

            Eventuali ulteriori comunicazioni saranno rese note attraverso i nostri mezzi di collegamento: Notiziario parrocchiale settimanale, sito della Parrocchia (www.sanpietroassemini.it), o profilo Facebook della Parrocchia (www.facebook.com/parrocchiasanpietroassemini/?ref=bookmarks)

Io, nella mia clausura domestica (casa-chiesa), resto comunque raggiungibile via telefono (070941565), via email, facebook, whatsapp. Al di là delle necessarie “comunicazioni di servizio”, sentirci ogni tanto ci aiuterà a vivere insieme e con fede e pazienza questo tempo, in attesa di poter celebrare, di nuovo come Assemblea liturgica, la Pasqua del Signore, anche se dovesse essere ritardata nel calendario.

Un abbraccio “virtuale” e la mia benedizione

Don Paolo