Resoconto del percorso di consultazione sinodale in Parrocchia

Le tappe del percorso di consultazione sinodale in Parrocchia sono state:

  1. nel mese di settembre 2021 si è svolto un primo incontro del Consiglio Pastorale Parrocchiale, dedicato in modo generale alle prime notizie a riguardo del Sinodo universale della Chiesa;
  2. nel mese di novembre si è svolto un secondo incontro del Consiglio Pastorale Parrocchiale finalizzato a gettate le basi per individuare le tappe del percorso sinodale da celebrarsi in parrocchia;
  3. diversi parrocchiani, tra cui la segretaria e la moderatrice, hanno partecipato alla celebrazione di apertura del percorso sinodale in diocesi il 17 ottobre a N.S. di Bonaria;
  4. una trentina di parrocchiani hanno partecipato all’assemblea sinodale diocesana, svoltasi nel teatro della Parrocchia B.V. del Carmine;
  5. nel mese di dicembre, a ridosso del S. Natale, con la guida di don Mario Farci, si è svolta una assemblea sinodale parrocchiale, aperta a tutti, per presentare i temi e i modi di partecipazione alla consultazione sinodale;
  6. nei mesi di gennaio/febbraio si sono costituiti 8 gruppi sinodali, corrispondenti ad altrettanti gruppi, aggregazioni presenti e operanti in parrocchia o semplicemente piccoli gruppi di persone interessate (genitori ragazzi del catechismo);
  7. il numero dei partecipanti a ciascun gruppo sinodale è stato vario: dalle 6 alle 15/20 persone. Tutti hanno condiviso principalmente le riflessioni attorno alla domanda fondamentale proposta dal sinodo universale, e hanno espresso la preferenza di un ulteriore approfondimento circa uno/due nuclei tematici tra i dieci indicati nel vademecum;
  8. nel mese di febbraio è stata la volta dell’incontro sinodale dei “gruppi allargati”, ovvero di quelli risultanti dalle persone che avevano espresso il desiderio e l’intenzione, all’interno del proprio gruppo di appartenenza, di approfondire uno/due nuclei tematici. Si sono costituiti così 4 gruppi sinodali, il cui numero dei partecipanti è stato in genere di 10/15 persone;
  9. si è scelto di approfondire solo alcuni dei nuclei tematici: il primo (I COMPAGNI DI VIAGGIO), il secondo (ASCOLTARE), il terzo (PRENDERE LA PAROLA), il quarto (CELEBRARE), il quinto (CORRESPONSABILI NELLA MISSIONE), il sesto (DIALOGARE nella CHIESA e nella SOCIETÀ), l’ottavo (AUTORITÀ E PARTECIPAZIONE);
  10. la modalità di svolgimento di ciascun incontro ha previsto l’opera del moderatore e la verbalizzazione dell’incontro da parte di un segretario, come anche l’utilizzo dei testi di preghiera iniziale e conclusiva, come suggerito dal sussidio dell’Ufficio liturgico diocesano. Inoltre si è dato il giusto tempo al silenzio prima della condivisione, che è stata possibile a tutti;
  11. nel mese di marzo la consultazione si è conclusa con una seconda assemblea parrocchiale, aperta a tutti, per presentare il percorso compiuto, condividere le riflessioni fatte da ciascun gruppo sinodale, e evidenziare le richieste emerse che sollecitano uno specifico impegno da parte della Comunità parrocchiale, in primis da parte del Consiglio Pastorale;
  12. il passo successivo è l’invito agli 8 gruppi sinodali iniziali ad incontrarsi ancora per riflettere in merito al “riconoscersi” nella sintesi generale che è stata elaborata.

In modo sintetico, di seguito vengono presentate le riflessioni sui nuclei tematici affrontati che sono state condivise nei gruppi sinodali.

Primo nucleo tematico: I COMPAGNI DI VIAGGIO

Quando diciamo “la nostra parrocchia”, “la nostra comunità” chi ne fa parte? Quali gruppi o individui sono lasciati ai margini?

Con l’aggettivo “nostro/a” accanto a termini come “parrocchia, chiesa, comunità”, in genere si vuole esprimere il senso di appartenenza ad una realtà che si sente vicina. Perciò la “nostra” chiesa, la “nostra” comunità, i genitori dei “nostri” bambini, le “nostre” famiglie, sono tutte le persone che fanno parte integrante del nostro cammino, come compagni di viaggio che non abbiamo scelto, ma che abbiamo ricevuto in dono.

In tale senso possiamo dire che tra i primi compagni di viaggio ci sono i bambini/ragazzi che vengono accompagnati dalla Comunità parrocchiale nel lungo cammino di catechesi; un cammino non sempre semplice, che educa al sentirsi parte di una grande famiglia.

Capita che non tutte le famiglie si sentano integrate, o semplicemente si sentono famiglie “diverse”. Per esempio, le coppie che non hanno figli, che con fatica si inseriscono nelle dinamiche della società e della Chiesa, o le “famiglie ferite” (risultanti da matrimoni falliti alle spalle) che si sentono maggiormente lasciate ai margini. Sarebbe ideale trovare uno spazio e un modo inclusivo per questa parte di comunità, che ha bisogno di essere cercata.

Nel corso della nostra vita incontriamo anche persone non credenti o di diverse religioni e Chiese, con le quali ci si confronta su tematiche che sono “terreno comune” in cui camminare. È bello poter condividere anche un solo tratto del nostro viaggio con persone non cristiane, magari non ci si ritrova su tutto, ma sicuramente questo incontro arricchisce e intensifica il nostro essere. D’altra parte si può essere compagni di viaggio anche con chi non appartiene alla nostra famiglia.

Non si mettono in discussione i valori ma i metodi. Constatiamo che oggi le regole della Chiesa non sono condivise principalmente perché non vengono comprese. Forse bisognerebbe usare un linguaggio diverso, “aggiornato”, capace di arrivare a tutti e soprattutto capace di essere ascoltato e compreso da tutti.

Secondo nucleo tematico: ASCOLTARE

Verso chi la nostra comunità è “in debito di ascolto”? In che modo Dio ci sta parlando attraverso voci che a volte ignoriamo? Quali sono i limiti della nostra capacità di ascolto, specialmente verso coloro che hanno punti di vista diversi dai nostri?

Sul tema dell’ascolto è stata messa in evidenza la sua connessione con l’accoglienza e la missione della Chiesa. L’ascolto è il primo passo, ma richiede mente e cuore aperti, senza pregiudizi. Ascoltare è una dimensione dell’Amore: solo così si può comprendere l’altro e camminare insieme. Per il cristiano l’ascolto deve includere due prospettive: a) ascolto di Dio, che implica il desiderio e l’impegno di imparare a vivere l’insegnamento del Vangelo; b) l’ascolto di tutti i fratelli.

Rispetto a questi ultimi, ci riconosciamo in debito di ascolto verso quelle coppie senza figli, che vivono l’appartenenza alla Comunità con difficoltà, in quanto manca loro un aggancio abituale, rappresentato dal cammino catechistico dei bambini/ragazzi.

Abbiamo anche individuato un’altra tipologia di persone più bisognose di vicinanza, di ascolto. Si tratta di quegli ammalati che sono soli tutto il giorno e che hanno tanto bisogno di compagnia, oltre che di assistenza. In tal senso il servizio di quanti portano loro la Comunione risulta ancora più prezioso ed efficace.

Sicuramente occorre proporre occasioni “creative” di accoglienza nei confronti di persone e famiglie che non sono soliti frequentare la vita della parrocchia. Un momento di accoglienza e di condivisione con i genitori che accompagnano i figli al catechismo e che si intrattengono all’esterno dell’oratorio potrebbe essere un’occasione propizia da cogliere, incentivare e intensificare.

Terzo nucleo tematico: PRENDERE LA PAROLA

Come promuoviamo all’interno della comunità e dei suoi organismi uno stile comunicativo libero e autentico, senza doppiezze e opportunismi?

Nella condivisione delle riflessioni dei partecipanti è emerso che “prendere la parola” e parlare con parresìa negli incontri parrocchiali (per paura di offendere e non essere compresi, o perché manca l’ascolto reciproco), non è sempre facile e spesso non si riesce. Questo forse è sintomo della scarsa conoscenza dell’altro: ci si conosce “di vista”, superficialmente.

Spesso, anche da parte dei fedeli più disponibili alla testimonianza cristiana, si trascura l’unità nel servire, considerando più importante ciò che distingue da altri singoli o gruppi parrocchiali, a discapito della consapevolezza della preziosità del servizio svolto per il bene di tutta la comunità.

Si potrebbe “prendere la parola” e parlare con parresìa con più serenità e frequenza, se si conoscessero meglio le dinamiche degli organismi di partecipazione e di comunione, come il Consiglio Pastorale parrocchiale.

Quarto nucleo tematico: CELEBRARE

Che cosa ci ha insegnato il tempo della pandemia sulla vita liturgica della nostra comunità? Come promuoviamo la partecipazione attiva di tutti i fedeli alla liturgia?

Questo tempo di pandemia ha sconvolto ogni dinamica di relazione: ha minato sicurezze, a volte anche rapporti consolidati, ha infuso solitudine e paure. I silenzi nelle relazioni e l’assenza di frequentazioni sono stati, a volte, causa di vera sofferenza.

Ma ci sono stati anche elementi positivi. È stato infatti necessario lasciare da parte il superfluo e stringersi a ciò che è vitale per la vita quotidiana e di fede: la mancanza della celebrazione della messa per alcuni mesi e le restrizioni liturgiche hanno permesso di riappropriarsi della vera dimensione sacramentale. Per esempio le Prime Comunioni o le Cresime, celebrate nel periodo Covid, sono state intime, essenziali, consentendo ai partecipanti di riscoprire il genuino valore del Sacramento e della relazione personale e comunitaria con il Signore.

La domanda su “Quale spazio viene dato all’esercizio dei ministeri del lettorato e dell’accolitato”, ci ha offerto l’opportunità di riflettere su quanto sia necessaria una maggiore consapevolezza e preparazione in quanti svolgono questo servizio, che nelle parrocchie talvolta viene preso sotto gamba.

Quinto nucleo tematico: CORRESPONSABILI NELLA MISSIONE

Poiché siamo tutti discepoli missionari, in che modo ogni battezzato è chiamato a partecipare alla missione della Chiesa? Cosa impedisce ai battezzati di essere attivi nella missione? Quali aree di missione stiamo trascurando?

Il metodo proposto dai “gruppi sinodali” si è rivelato molto efficace come opportunità per incontrarci e per condividere, per dare il proprio contributo alla missione specifica della Chiesa, e per vincere la costante tentazione, in parrocchia, di vivere in compartimenti stagni, fondamentalmente perché incapaci di vero ascolto reciproco e di valorizzazione dei carismi degli altri.

In ambito di riflessione tra catechisti è emerso il dispiacere di “perdere” i ragazzi dopo la Cresima o, in misura minore ma non trascurabile, durante il percorso di catechesi. Perciò si ritiene molto utile ascoltare meglio i ragazzi, accogliendo le loro idee e proposte, per esempio nella fase che precede la scelta dei laboratori di catechesi previsti nel cammino di preparazione alla Cresima.

Riteniamo che la Chiesa possa tessere reti di collaborazione e di scambio per favorire un importante confronto intergenerazionale. Da questo punto di vista grande valore ricopre l’associazionismo in generale, che consente ai cristiani adulti di incontrare tanti ragazzi e di trasmettere loro i veri valori, compresi quelli di fede, sui quali essi potranno basare le proprie scelte di vita nell’età adulta.

Può capitare però che la vita della parrocchia e il cammino di fede mal si conciliano con il nostro vissuto quotidiano, e perciò si evitino gli impegni percepiti come gravosi. In questi casi, tanto può essere fatto dai sacerdoti, importanti figure di “incontro” tra un cammino di vita parrocchiale e la quotidianità di ognuno di noi. Però, oggi, non sono pochi i sacerdoti che svolgono un ruolo molto “professionale”, che sono privi di empatia, che non favoriscono l’unione e non creano occasioni di incontro e di condivisione.

Sesto nucleo tematico: DIALOGARE nella CHIESA e nella SOCIETÀ

Quali sono i luoghi e le modalità di dialogo all’interno della nostra parrocchia?

Partendo dalla specificità della famiglia, che fonda la propria vitalità, forza e unità nella sua struttura “gerarchica” (elemento non di privilegio o di potere ma di servizio e crescita), si comprende meglio come – intesa in tal modo anche la “dimensione familiare” della Chiesa – ogni battezzato riconosce il proprio ruolo all’interno di essa, scopre come offrire volentieri il proprio servizio, e favorisce il rapporto e il dialogo tra i parrocchiani, con il parroco e con il Consiglio Parrocchiale, elemento di unità.

Il Consiglio Pastorale parrocchiale deve essere il luogo nel quale tutti i gruppi parrocchiali si sentono rappresentati e ascoltati, e contemporaneamente, in stile sinodale, possono contribuire alla vitalità della Comunità.

Ottavo nucleo tematico: AUTORITÀ E PARTECIPAZIONE

Come viene esercitata l’autorità all’interno della parrocchia?

Attraverso il Consiglio Pastorale parrocchiale, coloro che rappresentano il proprio gruppo di appartenenza, hanno la possibilità concreta di offrire il loro prezioso servizio alla vita attiva della comunità, a condizione di abbandonare personalismi e preconcetti legati al proprio gruppo. In tal senso il CPP può davvero essere una vera espressione sinodale della comunità, in comunione con il parroco quale segno di unità al servizio della parrocchia, che conosce in maniera più profonda.

Ci siamo confrontati anche sul carattere specifico del Consiglio pastorale, come organismo di partecipazione, e in particolare sulla differenza tra i concetti di “democrazia”, “gerarchia” e “autorità”, spesso argomento di dibattito all’interno dei gruppi. È emerso come, di questi termini, spesso venga fatto un uso “politico”, che non permette di cogliere la loro natura e il loro reale significato all’interno della Chiesa in generale e della parrocchia in particolare.