Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene

Quasi come un ritornello, in particolare in quest’ultimo mese sentiamo spesso ripetere che a una situazione emergenziale stra-ordinaria si deve rispondere con misure stra-ordinarie. Le misure di contenimento del Coronavirus non sono soltanto di ordine sanitario, ma interessano un insieme di ambiti, che partendo proprio da quello più spiccatamente sanitario vanno a intersecarsi con quello economico, sociale, educativo, religioso. Ognuno è chiamato a fare la propria parte.

Ma è altrettanto vero che tutte questi ambiti, seppure distinti, richiedono una mente che sappia discernere, ragionare, organizzare, confrontarsi, decidere. Ma può esistere una “unica mente” pensante? Nessuno può pretendere o presumere di avere la risposta e la soluzione per ogni cosa. Dal dialogo e dal confronto leale e fattivo tra esperti, enti, professionisti, associazioni, volontari (che non è sinonimo di “non-competenti”), e dall’ascolto di chi nel territorio vive sulla propria pelle, o conosce, i drammi generati da un nemico invisibile, potranno emergere risposte che non potranno che essere temporanee, provvisorie, sempre soggette ad essere riviste. Con umiltà. Questo per evitare che il “distanziamento sociale” che ci impone il rischio di farsi e di fare del male non diventi anche un “prendere le distanze”, e lasciare che ognuno pensi per sé.

Insieme al diffondersi della pandemia Covid-19 assistiamo, grazie a Dio, al sorgere e al diffondersi di tante iniziative di solidarietà o di vicinanza solidale (come la “spesa sospesa”), che sono le più belle e preziose risorse di una umanità che non vuole arrendersi e che vuole risollevare la testa. La banca del tempo e dei talenti anche in questa situazione è quella che vede la maggiore “movimentazione”, non tanto di denaro, ma di disponibilità, di competenze, di …umanità.

Del resto, la storia, e la storia della Chiesa in particolare, è ricca di pagine luminose che descrivono come in tempi bui e di grandi prove (comprese quelle delle epidemie o pesti celebri, di manzoniana memoria) Dio abbia suscitato l’inventiva e il carisma di giganti figure della carità cristiana, come San Basilio Magno (Grande, perché tale fu la sua opera di carità). A lui si deve la costruzione di una cittadella della carità con locande, ospizi, ospedale e lebbrosario, chiamata Basiliade. Oppure San Camillo de Lellis, che con San Giovanni di Dio è patrono universale dei malati, degli infermieri e degli ospedali. Da loro ha preso vita l’opera dei Camilliani e del Fatebenefratelli. Grande intuito ebbe anche San Girolamo Emiliani, fondatore dei Somaschi e patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata. Cosa dire poi di un gigante della carità come San Vincenzo de’ Paoli? Chi non ha mai sentito parlare dell’opera meritoria delle “sue” Conferenze vincenziane, che in tante parrocchie sono il braccio operativo della carità? Oppure chi non sa cosa fa la Caritas o la Misericordia? Anche solo il loro nome è una carta d’identità! Quanti sono i destinatari del loro servizio! Diversi che oggi sono volontari lo sono diventati perche in passato hanno sperimentato la loro vicinanza e si sono sentiti “in debito”, non tanto nei confronti di coloro da cui sono stati assistiti, ma piuttosto nei confronti di altri, che in futuro avrebbero potuto trovarsi nel bisogno.

La sfida che il Covid-19 ci sta lanciando oggi è quella di vedere se siamo capaci di cogliere e accogliere la mano tesa di tanti che dicono: “Se io e la mia famiglia stiamo bene, se devo-stare-a-casa e, seppure decurtato, lo stipendio mi arriva ugualmente, come faccio a non pensare a che cosa e a come posso condividerlo con chi in questa situazione ha perso il lavoro, con chi ha perso persone care, con chi guarda al futuro con angoscia?”.

“Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene”, ha scritto Denis Diderot, filosofo, scrittore e critico d’arte francese. Già, come se fosse una impresa semplice!

Ma intanto possiamo iniziare a fare il primo passo, poi altri potranno seguirne, anzi dovranno necessariamente seguirne. La Pasqua alla quale ci prepariamo possa aiutarci a compiere il primo passo. Non è forse vero che ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo?

SPORTELLO DELLA SOLIDARIETÀCARITAS

Il servizio di consegna di generi alimentari (in collaborazione con la Misericordia) continuerà ad essere svolto dai Volontari della Caritas parrocchiale, che chiameranno le famiglie degli assistiti per concordare il ritiro. Contatto telefonico 070.946311, oppure Ufficio parrocchiale 070.941565.

IBAN: IT34D0306909606100000064838

intestato a PARROCCHIA DI SAN PIETRO CARITAS ASSEMINI   (causale: emergenza Covid-19)

CONFRATERNITA DELLA MISERICORDIA

La Misericordia Assemini, in collaborazione con la Caritas parrocchiale e coi Servizi sociali comunali, è disponibile per il servizio spesa e acquisto medicinali, con consegna a domicilio. Contattare telefonicamente (da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 13 e dalle 15 alle 20) i numeri: 070.946311 – 329.6506494 – 351.0791145

NOTIZIE UTILI DAL SITO DEL COMUNE DI ASSEMINI

A) I cittadini e le attività commerciali che volessero donare prodotti agricoli o generi alimentari di prima necessità, possono contattare il comando della Polizia Locale ai seguenti numeri telefonici: 070.949259 – 070.949254 – 070.949203.

La consegna avverrà tramite le Associazioni di Volontariato che si sono rese disponibili.

B) Il Servizio sociale comunale è disponibile per:

Assistenza sociale, supporto sociale e psicologico, informazioni per i cittadini, le famiglie, i disabili, gli anziani. Gli Assistenti sociali rispondono ai numeri: 329.6506494 – 351.0791145. Oppure sono raggiungibili tramite le seguenti email:

serviziosociale@comune.assemini.ca.it

c.fanari@comune.assemini.ca.it

v.cannas@comune.assemini.ca.it

g.doi@comune.assemini.ca.it

C) Reis e Reddito di cittadinanza

L’Assistente sociale risponde al numero: 351.0791145. Oppure é raggiungibile tramite la seguente email: mail serviziosociale@comune.assemini.ca.it

D) Buoni spesa per generi alimentari o prodotti di prima necessità

La domanda deve essere presentata – con mail semplice o con mail certificata – all’ufficio protocollo del Comune al seguente indirizzo di posta elettronica: protocollo@pec.comune.assemini.ca.it entro le h. 13,00 di venerdì 10 aprile 2020. Il Comune procederà a campione con il controllo delle autocertificazioni.